–Articolo di Matteo Cavuoto, Studente in Management presso @SAA Università di Torino
Il rischio è l’ago della bilancia quando si parla di investimenti. E’ un elemento personale e che può far differire i piani d’investimento da persona a persona, infatti c’è chi può permettersi un rischio più elevato o magari qualcuno non ne è troppo avvezzo e vuole investire più cautamente. Conoscendo il rischio, cos’è e come funziona possiamo prendere le scelte più azzeccate per noi quindi approfondiamo al meglio.
Definizioni generali:
In finanza per rischio intendiamo la misura della differenza tra il rendimento atteso e il rendimento ex-post. Un investimento è dunque considerato rischioso qualora il rendimento effettivo differisca dal rendimento atteso.
Erroneamente si da al concetto di rischio un’accezione negativa ma in realtà dato che esprime solo la differenza tra i 2 rendimenti, può riservare sorprese sia negative sia positive all’investitore. Rischio e rendimento sono dunque direttamente proporzionali poiché al crescere del rischio aumenta anche il rendimento atteso. Sarebbe utopico dunque sperare in un rendimento alto con un rischio basso poiché questa correlazione è indissolubile.
Un esempio chiaro e conciso sono i Bund tedeschi infatti questi ultimi hanno un rischio specifico molto basso poiché si pensa sia quasi impossibile che la Germania vada in default ma, come ormai sappiamo, ad un rischio cosi basso sono collegati rendimenti altrettanto bassi se non addirittura negativi. Questo significa che i grandi investitori sono disposti a pagare pur di mettere al sicuro i propri risparmi!!!
La diversificazione:
Con questo termine indichiamo una possibile strategia volta alla riduzione della variabilità del rendimento medio del portafoglio stesso. I portafogli ben diversificati sono i più sicuri perché aggiungendo titoli al portafoglio si diminuisce l’impatto e il peso dell’ andamento di ciascun titolo sulle performance complessive del portafoglio. Di conseguenza gli impatti favorevoli e sfavorevoli prodotti dalle diverse tipologie di rischio sia singoli titoli tendono a compensarsi. Questa riduzione del rischio è possibile poiché grazie alla diversificazione andiamo ad annullare il rischio specifico del titolo e dunque il portafoglio ha solamente un rischio sistematico ovvero il rischio di mercato.
Grafico di Antonia Abbate: https://slideplayer.it/slide/978854/
Il rischio sistematico e il Beta.
Per rischio sistematico intendiamo la sensibilità dei titoli rispetto alla situazione economica generale. Può essere quantificato misurando come il rendimento del titolo varia al variare dei rendimenti di un portafoglio ben diversificato.Questo portafoglio è detto portafoglio efficiente poiché l’unico modo per ridurre il suo rischio è quello di ridurre anche i rendimenti attesi. Infatti questo portafoglio dovrebbe racchiudere tutti i titoli e le azioni presenti nel mercato ed è per questo che lo consideriamo il portafoglio di mercato ovvero uno strumento che rappresenta l’andamento del mercato stesso.
Il rischio sistematico viene calcolato attraverso l’indice β. Il beta dunque misura l’esposizione del titolo al rischio sistematico di mercato e misura la variazione attesa del rendimento del titolo per ogni variazione di un punto percentuale del rendimento di mercato.
Ponendo il β del portafoglio di mercato pari a 0, un titolo che ha β tra 0 e 1 tende a muoversi nella stessa direzione del mercato ed è dunque poco rischioso. Al contrario azioni con β superiori a 1 tendono ad amplificare i movimenti e quindi sono ritenuti titoli maggiormente rischiosi. In una scelta d’investimento è chiaro come titoli con β più alto presuppongono rendimenti maggiori.